Ricerca personalizzata

venerdì 7 settembre 2012

cornuti e mazziati


Penso che si sia raggiunto un livello di arroganza, illegalità, protervia che mai avrei pensato potesse raggiungersi.

Il 05/09/2012, presso la sede dell'Istituto Superiore “Bonomi Mazzolari” di Mantova, si sono tenute le convocazioni per le assegnazioni delle nomine dei precari per i contratti a tempo determinato.

Durante la mattinata si è verificato un fatto grave: il provveditore di Mantova dottoressa Bianchessi ha letto una circolare del Direttore Generale dell'USR Lombardia Colosio che diceva che "non potranno essere stipulati con i ricorrenti nuovi contratti a tempo determinato stante che il carattere illecito dei contratti vieta all'amministrazione di avvalersi nuovamente di quel lavoratore per il futuro”.
Con questo atto intimidatorio vengono lasciati senza lavoro 150 precari, abilitati ed inseriti a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento, che hanno prestato servizio nella scuola pubblica per anni, svolgendo il proprio lavoro con professionalità e passione, nonostante la difficoltà di vivere in una costante situazione di incertezza.

In sintesi, i supplenti annuali che hanno fatto ricorso, sulla base di una direttiva europea contro l'abuso del lavoro precario, che hanno vinto la causa, ottenendo il riconoscimento economico del danno subito (sentenza del Tribunale del Lavoro di Mantova n. 258/2011), in luogo di essere assunti in ruolo, come prevede la direttiva europea, vengono esclusi dalle nomine sui posti di precario (Circolare dell'USP di Mantova n. 8499 del 5 settembre 2012 , si noti la data).

Le proteste dei docenti hanno costretto il Provveditore a sospendere le nomine in attesa che venga chiarita la situazione.
I ricorrenti si sono immediatamente recati in Tribunale con l'avv. Giuseppina Coppolino. Il Procuratore Antonio Condorelli ha ricevuto la delegazione, fissando un appuntamento per la mattinata di oggi. Lo stesso avvocato ha contattato il Miur, che ha dichiarato di non essere a conoscenza del provvedimento di Colosio.

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lunedì 27 agosto 2012

“CHE ATTO TEMERARIO!”.


“FINALMENTE” 12000 nuovi insegnanti giovani e meritevoli  nobiliteranno la scuola Statale dal momento che l’ultimo concorso risale ormai al 1999 . E’ questo l’annuncio da parte del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: “A settembre uscirà il bando per il nuovo concorso per le assunzioni dei docenti”. L’esclamazione nasce spontanea: “CHE ATTO TEMERARIO!”. La sua temerarietà però non si placa, nelle sue parole, velatamente fa intendere, al pubblico che ascolta, che dal 99 in poi neppure un docente abbia nobilitato le istituzioni scolastiche con merito  ma solo per “anzianità” , per stanchezza e consuetudine. Dalle sue parole trapela l’idea fuorviante che i precari della scuola, che da anni protestano contro i tagli e per il loro diritto di essere assunti a tempo indeterminato, sono dei parassiti buoni a nulla che pretendono il posto senza alcun diritto e privi di ogni professionalità, vecchi, stanchi che non hanno più nulla da dire e dare.

E’ bene che tutti sappiano che  i precari inseriti nelle cosiddette “graduatorie a esaurimento” hanno vinto il concorso o i concorsi e che da allora hanno sempre insegnato. Che i precari ,giovani e forti, sono invecchiati dentro delle gabbie chiamate graduatorie ad esaurimento inseguendo instancabilmente i capricci di una classe politica che cambiava le regole del reclutamento dei docenti ogni anno, ricominciando ogni volta, studiando ogni volta, cambiando ogni volta metodologie e pratiche. Ogni volta hanno dovuto passivamente sorbirsi le farneticazioni di un sogno rivelatore, di una notte di mezza estate quasi insonne del ministro di turno, per risollevare le sorti di una scuola statale sempre più depauperata di risorse.
Questi Docenti lavoratori a progetto, hanno così acquisito in decenni tutte le competenze professionali, tecniche e tecnologiche per formare le nuove generazioni , possono essere assunti a costo zero per la collettività. Ma i governi son sordi e ciechi, continuano gli scandali dei concorsi per dirigenti scolastici e nascono i test da settimana enigmistica, di puro nozionismo mnemonico,per abilitare i nuovi insegnanti. Continua il merito di essere l’amico dell’amico, dell’amico di turno.

Ma quest’ultimo governo, il governo dei saggi, dei tecnici che doveva porre fine ad anni e anni di sperpero nella pubblica amministrazione, che ha strombazzato che era finita l’epoca delle vacche grasse, che si dovevano fare i sacrifici, magari mandando i propri figli a scuola provvisti di carta igienica e possibilmente di sedia. che nella scuola non c’è più un euro, cosa fa? Spende 120 milioni di Euro per avviare l’ennesima macchina clientelare. E siccome sappiamo che il Ministro Profumo è persona competente e pragmatica, lo invitiamo a svelarci a chi ha dovuto cedere per avviare questa mostruosità. Faccia outing, lo dica da quali settori sono arrivate le pressioni, perché è veramente impossibile che possa credere davvero a quello che ha annunciato. 

Per questi motivi i lavoratori precari della scuola denunciano questa assurda campagna di disinformazione, denunciano l’assenza dei loro rappresentanti come cittadini e lavoratori  ed invitano tutti i cittadini italiani a reagire con sdegno , invitano i giovani a non cadere nella trappola delle promesse, invitano a non proseguire con l’ennesimo sperpero di denaro pubblico che invece di garantire virtù e nobiltade è causa di un’ulteriore speranza di una generazione che con noi è già  svanita. Abbiate la creanza di non illudere le nuove generazioni con la bugia del merito.

I lavoratori precari della scuola gridano a gran voce il loro

NO AL CONCORSO NELLA SCUOLA STATALE

 Noi non chiudiamo le porte  all’innovazione,  al merito, a maggiore professionalità  ma il concorso nella scuola, così come concepito,  rappresenta un ritorno al passato  e non un passo verso il futuro.

Per questo invitano tutti i lavoratori precari e non della scuola, ma anche e soprattutto tutti i cittadini italiani, a prendere coscienza e partecipare a tutte le mobilitazioni che saranno avviate nelle più grandi città d’Italia e che culmineranno con una manifestazione a Roma entro la prima metà del mese di settembre.



RETE PRECARI SCUOLA SICILIA

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Concorso? Boh..e comunque non è "per i giovani".



Gentile Ministro Francesco Profumo, Sono un insegnate e giornalista, collaboratore de "Il Fatto Quotdiano" e di Altreconomia, autore tra l'altro di due libri "Riprendiamoci la scuola" (edizioni Altreconomia 2011) e "Resistere a scuola" in uscita per Chiarelettere nei prossimi giorni. Le scrivo per manifestarle la richiesta di incontro poiché ritengo in merito al concorso che Lei intende bandire che sia necessario non solo un confronto con le organizzazioni sindacali ma anche con chi vive direttamente, da precario abilitato nel 1999, la situazione. 

Leggo su "La Stampa" di domenica 26 agosto che lei passa almeno due mattine alla settimana a visitare le scuole per monitorare la situazione dal vivo e che questo concorso sarebbe mosso dalla finalità di introdurre nel mondo della scuola personale più giovane. Penso,tuttavia, che le sia sfuggito il fatto che tra i precari abilitati vi sono giovani tra i 30 e i 40 anni (a meno che lei non definisca piu giovani queste persone). Concordo pienamente con Lei sulla necessita di svecchiare il nostro corpo docente che e' il piu vecchio d'Europa ma un concorso riservato agli abilitati non può che re immettere nel mondo della scuola lo stesso personale. O forse il Ministro immagina che nel frattempo i 40enni stanchi di restare in graduatorie permanenti abbiano cambiato lavoro? Mi spiace deluderla ma non e' così. Basta che verifichi i dati INPS sulla richiesta di disoccupazione fatta a giugno dai docenti precari.

Incontrandola voglio inoltre capire quale sia la strategia di questo Ministero nei confronti dei 106.272 supplenti annuali che dal 1999 vengono presi dalle Graduatorie ad esaurimento? Come può pensare un Ministero di andare ad allungare queste graduatorie dopo il concorso? O forse c'è un progetto recondito di aumentare la disoccupazione in Italia? Ho lavorato presso alcuni uffici stampa di enti locali e a questo punto mi sorge una domanda: o il Ministero ha comunicato male le sue intenzioni al punto che le migliaia di precari in Graduatorie ad esaurimento non hanno capito le sue intenzioni tanto da essere pronti a fare ricorsi (vd. orizzontescuola.it) o siamo di fronte ad un'operazione di marketing politico poco utile a chi vive nella scuola, senza sicurezze e con lo stipendio piu basso d'Europa.

Un ultimo aspetto: la preselezione con il pc.Signor Ministro, nelle scuole di campagna dove io lavoro, lei e' mai venuto? Ha mai visto un laboratorio di informatica? La invito a conoscerle: spesso non abbiamo nemmeno la connessione ad internet. Ma pensa davvero di poter far svolgere il test selettivo da pc degli anni 80 senza connessione. So bene che a leggere questa lettera sarà qualche solerte segretaria che non le darà la noia di dovermi rispondere. So altrettanto che troverà il modo di evitare di incontrarmi perché chi governa questo Paese e' chiuso in una teca di vetro e poco accetta i confronti se non con un sindacato di comodo ma e' mio dovere da cittadino informarla che sarò testardo (mio malgrado) con la sua segreteria per avere una risposta, misurando i tempi di essa e rendendo pubblica la sua.

Sperando di poterla incontrare, con viaggio a Roma a mie spese

Alex Corlazzoli Precario maestro e giornalista

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comunicato dei "precari uniti contro i tagli"

I precari della Scuola Statale considerano paradossale la campagna “pubblicitaria” intrapresa dal ministro Profumo riguardo a un concorso-panacea spacciato per un’operazione di “necessario svecchiamento” della scuola pubblica. Il Ministro e i partiti che lo appoggiano vogliono risolvere velocemente i problemi di una scuola privata di 8 miliardi di euro e 150.000 lavoratori, una scuola senza materie “portanti”, senza sostegno e laboratori, una scuola con classi-pollaio, docenti mortificati nei loro diritti e nelle loro aspettative professionali, fatta oggetto di un feroce attacco da parte di forze politiche ed economiche determinate a farne merce da mercato (la Legge “ex Aprea”, DDL 953, il cui passaggio “estivo” è stato scongiurato dai Precari uniti, va nella direzione della privatizzazione della scuola statale, con l’ingresso dei privati in una sorta di consiglio di amministrazione in ogni scuola) e a meccanizzare, isterilendoli, i processi di valutazione.
Tali processi verrebbero neutralizzati con gli avversati e antimetodici test la cui inadeguatezza e miseria culturale è stata denunciata pochi giorni fa da 27 noti intellettuali e docenti universitari italiani, tra cui Luciano Canfora, che hanno additato i marchiani errori commessi dal ministero nel redigere le batterie di test per i TFA e ribadito l’inidoneità della formula del “quiz” per testare capacità e conoscenze di un aspirante docente (si veda il suo intervento apparso sulla Stampa: http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/465710).
Sono inoltre sbigottiti nel constatare che le testate giornalistiche nazionali che hanno spesso accolto le proteste e le ragioni dei precari (vd. La Repubblica, ed. di Napoli del 16/07/2012, l’articolo di Conchita Sannino contro il concorso annunciato), si siano frettolosamente ed entusiasticamente precipitate, senza diffondere nemmeno le informazioni “tecniche” di base, a celebrare le magnifiche sorti e progressive che sarebbero prefigurate dall’agire sconsiderato di Profumo, del governo “tecnico” e di PD, PDL, UDC. Il PD aveva promesso ai Precari uniti, nel corso di un’audizione a Montecitorio concessa ai loro delegati il giorno 26/07, un incontro col Ministro proprio riguardo al concorso, ma ora sta appoggiando in tutto il massacro dei diritti acquisiti dai precari.
Vogliono perciò chiarificare, per amor di verità e giustizia, se ancora queste parole hanno un senso e un valore in un paese in cui il nonsenso ha sostituito la razionalità e la paranoia dello spread ha cancellato ogni altro valore, che:
  1. al concorso “dinamizzante” che sarà bandito a settembre sono chiamati a partecipare non i giovani aspiranti docenti, portatori di non si sa quali linfe vitali, ma proprio i matusalemme da “far fuori”, i famigerati precari “storici”, quelli che sono già abilitati, quelli che hanno la gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo, di aver superato più di un concorso, di avere, magari, dei dottorati di ricerca, e di aver accumulato, da quando erano “giovani” fino a oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, mandando avanti la scuola pubblica e facendo sì che la stessa si attestasse su livelli di decenza, mentre piovevano soldi a palate (e, come Monti ha pubblicamente promesso, ancora ne pioveranno!) sui diplomifici privati. In questa scuola creata dai nostri governi si contano 10.000 docenti in “esubero” che la spending review sta per “riciclare” mandandoli ad insegnare una qualsiasi materia, alla faccia dello strombazzato “merito” e della qualità.
  1. E’ falso e ridicolo sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2)
  1. Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti. Dal 2000 ad oggi, infatti, sono stati immessi in ruolo, prima e dopo i tagli Gelmini, migliaia di docenti abilitati, SENZA ALCUNA ALTRA PROVA SUPPLETIVA! Con quale criterio, dopo 10 anni di assunzioni effettuate dalle Graduatorie ad Esaurimento il ministro riesuma il concorso e sottopone ai suoi ridicoli quiz (uguali per tutte le materie, ha detto: un’altra assurdità!) docenti che hanno la stessa anzianità di servizio e gli stessi titoli di chi è stato più “fortunato”? Siamo all’anarchia procedurale, alla follia pura!
    I precari annunciano, perciò, che impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale, perché questo concorso spregia e sfregia il Diritto.
I precari invitano la stampa a ragionare sulle contraddizioni di un ministero che calpesta i diritti acquisiti da migliaia di docenti sfruttati, partendo dal presupposto inaccettabile e pedagogicamente destituito di ogni fondamento del “necessario ringiovanimento” del corpo docente italiano, che intanto, però, viene tenuto in cattedra fino a 67 anni.
Proclamano che non si lasceranno umiliare ed epurare, dopo anni di lavoro, passione e sacrifici, dai propositi “eugenetici” del ministro, e che metteranno in campo ogni azione volta a tutelare i loro diritti e la Scuola Pubblica.
Chiedono alla stampa quel minimo di coerenza logica e di onestà intellettuale sufficienti a demolire le menzogne e i castelli ideologici del ministro Profumo, animato dalla smania di “selezionare” chi è già stato selezionato dallo Stato e da migliaia di alunni, lui che, paradossalmente, nessuno ha mai scelto, e chiedono che i tagli vecchi e nuovi vengano ritirati, che gli organici vengano adeguati ai bisogni reali della scuola e che tutti i precari vengano immessi in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle Graduatorie, unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali.

Precari uniti contro i tagli

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domenica 26 agosto 2012

Proposta di legge (di iniziativa popolare): concorso pubblico per ricoprire la carica di Ministro dell'Istruzione.


C'è qualcuno, e c'è stato anche in passato, che vuole far apparire i precari della scuola, i forzati del licenziamento annuale, come i più acerrimi nemici della meritocrazia, parola con la quale amava riempirsi la bocca la nostra ex ministra Mariastella-neutrino Gelmini.
Noi, i conservatori che difendono lo status (?) quo per conservare i propri privilegi(??), loro (Neutrino, Tre-morti, Puffo-libidinoso e il neo Profumodigelmini) gli innovatori, i riformisti, gli ingegneri di una scuola migliore (meglio se privata).

Non c'è niente di più lontano dalla realtà. E per dimostrarlo lancio una proposta:
raccogliamo le firme per una legge di iniziativa popolare.
L'incarico di Ministro dell'Istruzione assegniamolo attraverso concorso pubblico!
La meritocrazia entri nel palazzo, da dove è assente da tempo immemore.

Ah! Averci pensato prima! Ci saremmo risparmiati Letizia iniziodellafine Moratti, Mariastella neutrino Gelmini e nel mezzo il pio Fioroni!

Forse la scuola pubblica italiana non sarebbe alla canna del gas (caro-energetico permettendo).
Certo è che la meritocrazia non farebbe assurgere a ruolo di ministro (tecnico per giunta) il nostro Profumodigelmini mi manda Bagnasco!

Ecco! Un bel concorsone di quelli con le prove a risposta multipla: 100 domande in 20 minuti che non danno neanche il tempo di leggerle (qui Mary Star sarebbe favorita, solo non leggendole potrebbe azzeccarle).

E poi ci metterei pure una prova di resistenza: chi riesce a dire meno fesserie in un discorso sulla necessità di riformare la scuola (magari senza metterci in mezzo un incremento delle ore di religione).

Ma alla fine mi accorgo che il mio è solo il discorso di uno che vuole mantenere i suoi privilegi(?), e che dovrei convertirmi al liberal-riformismo catto-distruttivo dei nostri illuminati ministri.
Dovrò confessarmi e giurare di mandare i miei figli a una scuola cattolica.

Amen.

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martedì 15 marzo 2011

UN PAESE CIVILE

Ci apprestiamo a celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma quanti anni dovranno, ancora, passare, per festeggiare la nascita di un Paese Civile? Perché faccio questa domanda? Secondo voi…
È civile un Paese in cui il Governo decide di distruggere la Scuola pubblica, di tagliare tutte le forme di sostegno ai più deboli, di gettare sul lastrico 150 mila famiglie per recuperare, in 3 anni, 8 miliardi di euro e contemporaneamente consente lo sperpero di denaro pubblico facendo proliferare posti di governo e “sottogoverno”, utili solamente a creare clientele elettorali?
È civile un Paese in cui il Governo continua a finanziare missioni militari e spende miliardi di euro in armamenti, mentre centinaia di migliaia di persone, e non solo nella scuola, vengono licenziati perché non ci sono soldi?
È civile un Paese in cui un dipendente pubblico può percepire più di 25 mila euro al mese ed un altro neanche mille?
È civile un Paese in cui una persona può ricevere una pensione di oltre 40 mila euro al mese ed un’altra meno di 500 euro?
È civile un Paese in cui il Governo decide che per risparmiare è meglio togliere tutto a chi a poco che dare un po’ meno a chi a tanto?
È civile un Paese in cui il Governo è impegnato 24 ore su 24 a risolvere i problemi del Presidente del Consiglio invece di pensare ai problemi della gente?
È civile un Paese in cui il Governo, mentre tutte le aziende private licenziano lavoratori, anziché trovare forme di reimpiego per i disoccupati ne scarica sulla strada altri 150 mila?
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione dice che gli insegnanti guadagnano poco perché sono troppi, cercando di aizzare una guerra tra poveri?
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione continua a paragonare il numero dei bidelli con quello dei carabinieri come se fossero due mestieri simili? (Che ci azzecca direbbe Di Pietro)
È civile un Paese in cui il ministro dell’Istruzione parla di meritocrazia, quando Parlamento, Governo e parte dei Consigli Regionali (listini), sono pieni di nominati, che sono pagati ma non eletti dal popolo, che non rispondono mai a criteri meritocratici, ne, tantomeno, ai bisogni della gente ma  che obbediscono ad una ristretta oligarchia?
È civile un Paese in cui il Governo/CDA RAI assume un difensore mediatico per il Presidente del Consiglio alla modica somma di 3 milioni di euro, pagati dai contribuenti, mentre a milioni di famiglie viene tolta la possibilità di sopravvivere?

Tutti noi precari/disoccupati, forse anche banalmente, ci siamo chiesti come e cosa farebbe un buon padre di famiglia in un momento di crisi economica. Poniamo il caso, per esempio, che ha 11 figli.
Dieci figli hanno uno stipendio di 1000 euro al mese, uno “più fortunato” di 25.000 euro al mese.
Il buon padre, innanzitutto, eliminerebbe gli sprechi, ove ce ne fossero, poi per risparmiare altri 10.000 euro al mese si farebbe dare i soldi dal figlio privilegiato che con 15.000 euro al mese potrebbe continuare a vivere agiatamente, mai e poi mai toglierebbe i mezzi di sostentamento agli altri 10 figli.
Giusto, logico, normale, eppure il nostro Padre/Stato ha stabilito che è meglio lasciare senza stipendio 150 mila docenti e non docenti, demolire la Scuola Pubblica, pur di non toccare i privilegi di cricche e caste.
Fino a quando potremo sopportare queste enormi ingiustizie?
Fino a quando potremo aspettare uno Stato civile, equo e solidale?
Forse è arrivato il momento di rimboccarci le maniche e costruirlo noi un Paese Civile, tutti insieme.  

                                                                                                        Antonino Monterosso

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mercoledì 12 gennaio 2011

Giovedì 20 gennaio 2011 ore 8.30 – 14.00

CESP Centro Studi per la Scuola Pubblica
COBAS Comitati di Base della Scuola
CONVEGNO NAZIONALE
Gli effetti del decreto Brunetta nella scuola
* * *
Siracusa – ITI "Enrico Fermi"
Via Torino, 137
giovedì 20 gennaio 2011 ore 8.30 – 14.00
Esonero dal servizio per tutto il personale docente e Ata (art. 64 commi 4, 5 e 7 del Ccnl
2006/2009). Iscrizione gratuita – Attestato di partecipazione
8.30 Registrazione delle presenze
9.00 - 12.00 Relazioni
Gestione del personale, valutazione, merito e premi secondo Brunetta
prof.ssa Anna Grazia Stammati, Presidente Cesp
Sanzioni disciplinari e controllo del dissenso. La ricetta Brunetta
prof. Ferdinando Alliata, Cesp Palermo
Valutazione di insegnanti e scuole
prof. Carmelo Lucchesi, Cesp Palermo
ore 12.30 Dibattito
ore 13.30 Conclusioni
Il CESP Centro Studi per la Scuola Pubblica, Ente accreditato/qualificato per la formazione del
personale della scuola (DM 25/7/2006 prot. 869), nasce nel 1999 per iniziativa di lavoratori della
scuola, con l’intento di affiancare all’attività politica e sindacale dei COBAS uno spazio
specificamente dedicato alla riflessione culturale e didattica sulla scuola, realizzata attraverso
seminari, convegni, attività di aggiornamento/formazione e pubblicazioni. I principi di riferimento
del CESP sono la difesa della scuola pubblica statale, l'opposizione alle diverse forme di
privatizzazione, alle vecchie e nuove forme di mercificazione del sapere e ai processi di
aziendalizzazione che stanno avanzando da alcuni anni a ritmi inediti e preoccupanti.
CESP - Centro studi per la scuola pubblica
Sezione regionale siciliana, piazza Unità d’Italia, 11 - 90144 Palermo - 091 349192 / 091 349250

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venerdì 31 dicembre 2010

BABBO NATALE E LA BEFANA

Babbo Natale e la Befana non sono stati gentili con noi in questi anni.
Più che portarci doni, magari un lavoro senza più i patemi del precariato, le arrabbiature delle convocazioni, con la sicurezza di potersi dedicare solo al proprio lavoro senza preoccuparsi ogni anno di punteggi e graduatorie,
più che portarci qualcosa, dicevo, ce ne hanno tolte.
Ed è inutile che vi elenchi quali.
Insegnanti e studenti le conoscono bene.

Visto che che quest'anno per i miei bambini mi sono travestito da Babbo Natale, vorrei portare io un dono ai nostri amici.

A Babbo Tremonti porterei una calcolatrice a manovella, di quelle che si usavano una volta nei negozi, le avrete viste senz'altro in qualche vecchio film.
La manovella dovrebbe però essere arrugginita, in modo che usandola il contabile dei ricchi provasse la fatica di chi non arriva  a fine mese.

Alla Befana di Reggio donerei una scopa volante che la portasse a visitare tutte le famiglie italiane colpite dalla sue pseudo-riforme.

Sarebbe un lungo viaggio.

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giovedì 9 dicembre 2010

SCUOLA E MERITO. La battaglia della ministra Gelmini.

di Giuseppe Caliceti da Il Manifesto del 09/12/2010

Mentre al grido di battaglia «Merito! Merito!» viene fatta a pezzi anche l’Università italiana, in alcune scuole partono le sperimentazioni meritocratiche. Il 19 novembre il ministro all’Istruzione dichiara: «È un giorno storico. Finalmente si iniziano a valutare i professori e le scuole su base meritocratica. Premi dunque ai migliori». Di che si tratta? Un primo progetto intende valutare le scuole medie migliori tra tutte quelle della provincia di Pisa e Siracusa, un secondo a Napoli e Torino. Come? Intanto i parametri di valutazione sono inevitabilmente basati solo sugli apprendimenti degli alunni, non certo sulla loro educazione e la capacità relazionale. Non si tiene conto delle condizioni di partenza degli studenti prima di effettuare le rilevazioni. Viene creata una classifica finale tra le scuole a prescindere dal tessuto sociale in cui sono inserite. C’è un forte rischio di autoreferenzialità della valutazione: a giudicare il personale scolastico è infatti, soprattutto, altro personale scolastico. Ancora: non è chiaro in cosa consiste la valutazione di studenti e genitori degli studenti.
Il premio di merito rischia di andare ai docenti che si ingraziano meglio il preside, visto che la commissione di valutazione non è indipendente. Affidarla allora al presidente del Consiglio d’Istituto, figura elettiva indipendente anche dal ministero? Così facendo però, la commissione, quali garanzia di competenza avrebbe? In una scuola elementare i docenti hanno fatto più o meno gli stessi studi, ma in un istituto superiore?
La varietà di discipline non garantirebbe l’espressione di una commissione di valutazione all’altezza del compito, visto che l’insegnante di Lettere non saprebbe valutare il curriculum di un collegadi Chimica o di Inglese. Ma è interessante notare come, in questo modo, la scuola della competizione, introdotta con il concetto di autonomia, uno dei capisaldi del Pd, più che produrre qualità nel senso di uno sviluppo ottimale delle capacità cognitive dei ragazzi e del miglioramentodel loro star bene a scuola, produca innanzitutto concorrenza aziendalistica, caccia agli sponsor, rivalità tra docenti invece di collegialità. Infine, il premio ai docenti che sarebbero più meritevoli, ammettiamolo, è ridicolo: una mensilità in più all’anno, equivalente a circa 4 euro al giorno. Tanto che diversi docenti invitano i colleghi a rifiutare la gara almerito di 4 euro in più per rispetto di chi vive la precarietà lavorativa nella scuola. Per le scuole costrette ancora a comprare la carta igienica con i soldi dei genitori degli studenti. E ricordando che i fondi per premiare i presunti migliori sono proprio quelli recuperati con i tagli al personale, compresi quelli ai docenti di sostegno per i ragazzi disabili. Insomma, non è terribile pensare che i fondi per i premi a un presunto merito derivano dai tagli delle risorse umane e del diritto allo studio dei disabili? Ma allora, il vero scopo di questa messa in scena, qual è? L’esclusione della contrattazione nel momento in cui si vanno a definire gli incrementi retributivi dei docenti. Non a caso in questi anni il ministro ha proposto di sopprimere i sindacati dalla scuola. Per questo il ministro non dà certezze sugli scatti d’anzianità e sposta tatticamente l’attenzione sulle sperimentazioni sul merito dove, peraltro, non ha né idee, né soldi. Quanto ai criteri utilizzati perdefinire il merito, prendiamo quello della produzione: il numero di promossi. È indice di scuola migliore? Posso promuovere di più alzando i voti o posso avere più diplomati solo perchè ho alunni non problematici o la cui famiglia può permettersi corsi di lingua all’estero e corsi di recupero a pagamento. E allora? Il merito è della scuola o delle famiglie? Odelle amministrazioni pubbliche in cui scuola e famiglia sono inserite? O di tutti insieme? Comunque la pensiate, con tale criterio, il premio‘produzione’ andrebbe alle scuole dei quartieri più agiati e aminor rischio di dispersione scolastica.Certamente non a quelle scuole più disagiate, come invece suggerirebbe la lettura dell’articolo3 della nostra Costituzione. Ecco, il risultato più eclatante dell’applicazione coatta e strumentaledi una ideologia del merito a un’istituzione così complessa e delicata come quella scolastica, specie quando si parla di scuola dell’obbligo, è proprio questo attacco violento e irresponsabile ai principi di sussidiarietà, di solidarietà, di aiuto: i pilastri della nostra Costituzione e della nostra convivenza democratica.

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domenica 24 ottobre 2010

A Napoli in difesa della Scuola Pubblica.


Per partecipare contattate Fabiola 3395016900

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lunedì 20 settembre 2010

Denunciamo il sovraffollamento delle classi!

Lancio una proposta: segnalate le classi sovradimensionate.
Vi ricordo i limiti massimi che sono di 27 per primarie e secondarie di I grado e 33 (sic!) per le secondarie di II grado (anche se secondo le leggi sulla sicurezza devono essere 26 massimo le persone per classe, compresi il o gli insegnanti).
Nel caso sia presente uno o più alunni diversamente abili i limiti max sono:
20 (per massimo 1 alunno con disabilità GRAVE)
22 (per massimo 2 alunni non gravi)
25 (per massimo 1 alunno non grave)
Vi ricordo inoltre che in una classe può stare massimo 1 alunno con disabilità GRAVE e massimo 2 alunni con disabilità non grave.
Segnalate qui, o alla mail lele.limpido@alice.it, i casi fuori legge (ricordo che sono direttive ministeriali).
Io mi faccio carico di raccogliere le informazioni (non vi preoccupate, anche anonime) e una volta in possesso di una interessante mole di informazioni valuteremo cosa fare.
Grazie in anticipo

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mercoledì 15 settembre 2010

Una giornata particolare

Non ci volevo venire. Inutile girarci attorno. Rassegnazione? Quella no. Sfiducia? Forse. 
Certo che l'ultima iniziativa, la contestazione alla Gelmini a Siracusa, mi ha fatto cadere le braccia. Manco 100 persone, (dopo tutte le telefonate, gli sms), molte delle quali neanche interessate direttamente (penso ai miei compagni di SEL), infilati in un gabbiotto e la solita, triste, inutile delegazione ad incontrare lei, il "Problema". Per dirle cosa? Per farsi dire cosa? Le solite quattro cazzate ripetute a pappagallo. Come una studentessa mediocre (quale ella è).

Basta, mi son detto. Me ne resto a dormire.
E invece no. Lei, l'acciuga atomica, a telefonarmi, a dirmi DEVI venire, a strafracassarmi le palle.
Maledetto senso di colpa, o senso del dovere, o senso civico, o quello che cazzo è.
E così eccomi sull'autobus, inebetito dal sonno, in fondo al bus numero 1 (minchia due autobus!) a cazzeggiare con i soliti amici.
Vedo però che stavolta non siamo i soliti 4 gatti, gente nuova, nuove vittime del "Problema". Eravamo stati facili profeti, "cassandre", due anni fa. Oggi tocca a noi, domani toccherà a voi, dopodomani a tutti.
Oggi è dopodomani. E tocca a tutti.

E così ascolto i problemi di nuove colleghe di sventura (un po' logorroiche ma simpatiche).
Le graduatorie, le convocazioni, il "salvaprecari", i figli....Era meglio se stavo a casa a dormire!
Arriviamo a Messina e....sorpresa! 20 autobus, fischietti, bandiere, megafoni, striscioni, slogan....
E tanta gente. Inaspettata e incazzata. Determinata come da un po' non vedevo. Blocchiamo i traghetti. Non ci basta. Blocchiamo anche la ferrovia. Che avesse ragione l'acciuga atomica?

E le notizie che arrivano dal telefonino. Siamo su Raidue, siamo 3.000, no 4.000 su Raiuno (Minzolini???ma allora i miracoli avvengono davvero?). Rai tre, Sky, persino Mediaset! Abbiamo bucato il velo di indifferenza. Abbiamo una speranza! Adesso viene il bello, pupe....è la protesta!



 

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martedì 14 settembre 2010

PRECARI IN RIVOLTA - La mia pazza idea di incontrarci sullo Stretto

Dopo due anni di proteste, sta iniziando il terzo: la riforma avanza, i tagli aumentano e l’organizzazione scolastica è sempre più critica e instabile. Docenti offesi nella loro professionalità, colpiti nel loro lavoro; collaboratori scolastici trattati da parassiti e sminuiti  nella loro funzione, come solo chi non ha mai vissuto la scuola dall’interno può fare. Classi intasate contro ogni normale criterio pedagogico, dove gran parte dell’ora passa solo per chiamare l’appello, controllare le «giustifiche» e avere un minimo di contatto umano con i propri alunni. Il resto dovrebbe essere dedicato alle spiegazioni, alle conversazioni, allo studio,alle verifiche, agli approfondimenti,ai rinforzi per i più deboli. Prime vittime sono i docenti e il personale Ata (collaboratori e amministrativi), non meno meritevoli, ma semplicemente precari, con contratti a tempo determinato anche da 20 anni. Il bisogno di esternare la propria rabbia è grande. Il problema diventa pratico quando «gridare» il  proprio disagio significa spostarsi di parecchio e per parecchie ore allontanandosi dalla famiglia e a spese proprie. Ci vuole una manifestazione, facilmente raggiungibile. Un punto simbolico ma anche pratico perché la situazione della scuola si avverte di più al sud, soprattutto in Sicilia.

Ho individuato lo stretto di Messina raggiungibile in circa 4 ore e mezza dalla provincia siciliana più distante ma anche da Napoli e Bari. Ho immaginato un «incontro», un’unione tra la mia terra e il resto d’Italia, per dimostrare che non siamo solo numeri in elenco, che siamo tanti, in carne e ossa, precari e di ruolo e tanti genitori dei nostri alunni, e tanti alunni che lottano per la loro scuola e per la qualità della scuola; perché anche loro sono preoccupati delle ricadute che anche a lungo termine che produrrà la «riforma epocale»! Io lo chiamo un disastro epocale, perché nessuno verrà mai risarcito dei danni che ha causato e che ancora causerà. Inizialmente la mia proposta non ha sortito grande effetto. Ci si preoccupava di un possibile fallimento, ma cosa avevamo da perdere? Niente. Siamo andati avanti con Fabiola e Maria Rita, testarde, e a poco a poco altri comitati e coordinamenti provinciali si sono accodati. Alcuni sindacati hanno dato la loro adesione, ma la manifestazione è stata interamente organizzata da noi tre, con il contributo prezioso e concreto di Didier. La cosa è cominciata a montare. L’iniziale previsione di 700 partecipanti è cresciuta
gli ultimi due giorni, fin poi arrivare alle 2.500 presenze (secondo la questura).
   
Successo clamoroso. Articoli sulla manifestazione più o meno veritieri in ogni giornale e Tg. Giuro, non me
lo aspettavo! È una soddisfazione vissuta a metà visto che comunque anche quest’anno non avrò una mia
classe. Dopo 23 anni di precariato, negli ultimi sei mi ero guadagnata un incarico annuale, una sorta di «precariato stabile» che comunque mi avvicinava al ruolo. Uso il passato perché secondo la Gelmini non sono meritevole, non posso pretendere di lavorare nemmeno da precaria, non posso pretendere quello che lei chiama un «privilegio» che mi sono guadagnata con anni di studio, di impegno, di aggiornamento, di servizio. Mi degna di elemosina con l’«ammazza precari». Perdo il mio lavoro solo per «esigenze di cassa», non mi si riconosce la mia esperienza di educatore, di formatore in nome del risparmio e della razionalizzazione. La situazione dei precari della scuola è la stessa dei lavoratori di Termini Imerese, ma la qualità della scuola è un problema che investe l’Italia intera, perché nella scuola si formano le personalità che abiteranno questa bella terra, e tutti meritano di essere seguiti con attenzione, qualsiasi strada prenderanno.

Anche nel profondo sud, dove troviamo strutture fatiscenti, tetti rotti, palestre inagibili, condizioni di lavoro
al limite della decenza. Lo so bene io che di scuole ne ho conosciute tante essendo stata assegnata ogni anno
in una scuola diversa. In provincia di Agrigento la legge e la normativa su igiene e sicurezza è spesso un optional con piccole aule dove i banchi son stipati, addossati alla cattedra tanto che, a volte, bisogna scavalcarli per raggiungere l’uscita! Eppure si formano classi anche con 35-40 alunni...
Nel frattempo, in un paese dove il ministro della pubblica istruzione parla di efficientismo, c’è un piccolo
tesoro di provincia, la mia, Agrigento che da alcuni anni non ha il suo dirigente scolastico provinciale, ma svolge la sua funzione ad interim il dirigente dell’Usp di Caltanissetta.

Emma Giannì - Insegnante precaria - Il Manifesto 14.09.2010

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mercoledì 8 settembre 2010

La carica dei 200mila accattoni

È sufficiente ripetere più volte una affermazione in forma apodittica, affinché non si ingeneri alcun dubbio o incertezza o voglia di approfondire da parte di chi riceve il messaggio. È sufficiente utilizzare un fraseggiare sintatticamente semplice perché ciò che l’affermazione stessa contiene divenga senso comune acquisito dalla gran parte dei fruitori dei «media». È così che, a forza di ripetere che «la scuola non è un ufficio di collocamento», che «lo Stato non può permettersi di assumere 200mila docenti precari», che l’Italia ha «il rapporto più basso docenti/alunni di Europa», tale convinzione è diventata cattivo senso comune anche fra persone di buon senso.D’altra parte, «l’ha detto pure Mentana sul nuovo notiziario della 7!».

Come è possibile che una enorme quantità di docenti ai quali per decenni lo Stato ha affidato l’onere di portare avanti una scuola povera di strumenti, non riformata in tutti i segmenti, funzionante in locali spesso inadeguati divenga di punto in bianco un insieme di incolti straccioni che pretendono di lavorare solo perché
hanno svolto qualchemese o qualche anno di supplenza! Come è possibile che personale utilizzato spesso per decenni, con assunzione a settembre-ottobre e licenziamento a giugno, che ha sopportato questa situazione (che a nessun privato sarebbe stata possibile!) in attesa di una legittima definitiva assunzione?
È possibile proprio perché quel numero di docenti sarebbe servito a ricoprire i posti in organico e a realizzare il turn over legato ai pensionamenti se le «grandi» ed «epocali» riforme del ministro Gelmini non si fossero abbattute come una disastrosa frana sulla scuola della Repubblica, diminuendo indiscriminatamente le ore
di lezione, aumentando il numero degli alunni per classe, accorpando plessi e classi, tagliando quasi del tutto le ore dedicate ai laboratori, rifiutando di ampliare il tempo pieno nonostante la richiesta in aumento per   insufficienti investimenti in servizi da parte di enti locali sordi o troppo poveri.

Le proiezioni parlano chiaro: l’attuale corpo docente italiano è entrato nei ruoli negli anni del boom delle nascite e della scolarizzazione dimassa (gli anni 70) e si avvia al pensionamento che si completerà entro questo primo quindicennio del nuovo secolo. È vero: non c’è più il boom delle nascite, ma l’attuale situazione  demografica vede il picco discendente delle nascite meno alto che negli ultimi decenni, grazie anche ai figli dei migranti. Si aggiungano poi l’innalzamento dell’obbligo scolastico per un biennio, la presenza di alunni disabili nella scuola di tutti, l’incremento delle iscrizioni di alunni figli di migranti, la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’introduzione anche in Italia, come in tutta l’Europa, dei percorsi di educazione e istruzione per gli adulti e si potrà constatare come il numero di docenti necessario per mantenere la qualità della attuale offerta di istruzione si aggiri proprio fra le 150.000 e le 200.000 unità di personale.

Ma, si dice, il rapporto numerico docenti/alunni in Italia è troppo alto. Come non considerare i circa 80.000 docenti di sostegno per quella condizione di assoluta qualità che solo l’Italia può vantare, che vede l’inserimento dei disabili nella scuola di tutti? E, viceversa, come non considerare quella anomalia tutta italiana per cui lo Stato assume e paga circa 30.000 docenti di religione cattolica scelti e indicati dai vescovi?
Ma, si dice, la scuola italiana funziona molto male e dà risultati insoddisfacenti. Non sarà, forse, proprio perché da anni, con governi di destra e di sinistra, vive uno stato di abbandono e di continui tagli alle risorse? Non sarà perché il personale precario è sempre cresciuto e non si riesce a garantire continuità alle relazioni educative? Non sarà perché le nostra scuole sono ancora a malapena dotate dei banchi e delle sedie occorrenti? Non sarà perché si continuano a delegittimare socialmente la cultura, la ricerca, la funzione  pedagogica della scuola e, di conseguenza, ad additare i docenti come «frustrati» e «fannulloni»?

Riconnettiamo le esigenze che alunni e genitori esprimono quotidianamente al disegno di una scuola su cui il paese venga chiamato a riflettere e che interpreti adeguandolo ai tempi, il disegno che della scuola fa l’art. 34 della Costituzione. Allora sarà facile far capire a tutti che la lotta dei precari si salda con quella di chi vuole una scuola di qualità per i figli, ed è la stessa lotta degli operai di Pomigliano o di Melfi: è la lotta per i diritti essenziali al lavoro, alla istruzione, alla salute, all’ambiente. È la lotta che ci deve vedere presenti, perché non prevalga il modello di società ferocemente classista che il neo-liberismo ci presenta come ineluttabile destino.

Simonetta Salacone - Dirigente scolastica (oggi in pensione) della scuola Iqbal Masih -
Coordinamento Nazionale Sinistra Ecologia e Libertà


Il Manifesto - 08.09.2010

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martedì 7 settembre 2010

LA VERA RIFORMA EPOCALE DELLA SCUOLA ITALIANA

Breve nota introduttiva
Sono Antonino Monterosso, (Nino, per tutti), dopo 15 anni di precariato e sottoprecariato (precario è il docente che ha un incarico annuale), mi sono detto: se si cimenta a fare una riforma della Scuola e dell’Università (e la chiama epocale), una giovane neo-laureata, perché non posso provarci anch’io che, non sono di sicuro un grande pedagogista, ma in fin dei conti ho conseguito  tre abilitazioni all’insegnamento tramite concorsi e SISSIS, specializzazione per il sostegno, master vari e inoltre, dall’A/S 1995/96, ho insegnato in tutti gli ordini di scuola.
Se prima mi sentivo appena adeguato a fare il docente, ora, comincio a sentirmi titolato e quasi in dovere di proporre la “VERA RIFORMA EPOCALE DELLA SCUOLA ITALIANA”.



Premessa
Altro che risparmio di 8 miliardi di euro della riforma Gelmini, con la mia riforma si risparmieranno almeno 40 – 50 miliardi l’anno di stipendi e con la riscossione del canone di iscrizione alla Nuova Scuola Italiana si guadagneranno altri miliardi di euro.
Altro che 200 mila precari in esubero, più di un milione di docenti, ATA, collaboratori scolastici, ma anche dirigenti e impiegati del MIUR e dirigenti e impiegati degli USR e degli USP, fannulloni o stacanovisti che siano: tutti a casa, LICENZIATI, non servono nella Nuova Scuola Italiana.
Altro che maestra unica per classe: la maestra/prof.ssa, sarà una/o (n.1), per ogni ordine di scuola di tutto il territorio nazionale, comprese le scuole italiane all’estero.
Tutti gli edifici scolastici fatiscenti e in buone condizioni non serviranno più, saranno venduti: base d’asta 1 euro. Il ricavato sarà utilizzato per premiare il merito.

STRUTTURA DELLA NUOVA SCUOLA ITALIANA
Quattro ordini di scuola e università: quasi come prima. Scuola del’infanzia, primaria, secondaria di I grado e secondaria di II grado (unica), università (unica). Se il ministro Calderoli volesse semplificare ancora, non avrei nulla in contrario: SCUOLA UNICA.

PROGRAMMA UNICO
-         Fine supremo: formare il berlusconiano perfetto.
-         Obiettivo didattico assoluto: saper disegnare una X sulla scheda elettorale sopra il nome Berlusconi presidente. (In Italia si voterà sempre: l’Italia è un paese democratico e liberale)

ORGANIZZAZIONE DIDATTICA
Le lezioni saranno tenute dal docente unico e trasmesse da 5 canali televisivi a pagamento (iscrizione/abbonamento annuale) dalle ore 9,00 alle 12,00 in diretta e dalle 16,00 alle 19,00 in differita.
Un canale per la scuola dell’infanzia, uno per la primaria, uno per la sec. di I°, uno per la sec. di II grado e uno per l’università.
La progressione nei vari ordini di scuola avverrà su base anagrafica, unica condizione: essere al corrente con il pagamento dell’iscrizione/abbonamento annuale.
Verifiche, valutazioni, scrutini, esami, meritocrazia, saranno demandate ad agenzie di sondaggi, dati auditel, e soprattutto risultati elettorali.

PIANTA ORGANICA DELLA NUOVA SCUOLA ITALIANA
Grande Maestro/Ministro/Dirigente unico:
SILVIO BERLUSCONI
(supplenti: graduatorie esaurite)

Direttore unico dei servizi amministrativi: 
Giulio Tremonti (suppl.: grad. Esaurite)

Professore universitario unico: 
U. Bossi, (supplenti: Maroni, Bonaiuti)

Professore unico di scuola sec. di 2°: 
S. Bondi, (supplenti: Cicchitto, Cota)

Professore unico di scuola sec. di 1°: 
M. Gasparri, (supplenti: Verdini, Matteoli) 

Maestra unica di scuola primaria: 
M. Carfagna, (supplenti: Prestigiacomo, Bernini) 

Maestra unica di scuola dell’infanzia: 
M.S. Gelmini, (supplenti: Meloni, Aprea)

Collaboratore scolastico unico: 
I. La Russa, (supplenti: Calderoli, Capezzone)

… e    finalmente ci saranno più carabinieri che bidelli!!!

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